Il problema esiste, nessuno lo nega… è lampante che dovrà essere più difficile per un magistrato ottenere di poter intercettare un cittadino, devono sparire le intercettazioni che non riguardano reati, non devono finire sui giornali, non possono essere utilizzate come reti da pesca, servono norme più severe quindi, ma arrivare a vietare di poter intercettare a meno che non si tratti di mafia o terrorismo non sembra di certo una buona soluzione, si passa da un estremo all’altro togliendo alla magistratura uno strumento fondamentale per la lotta contro il crimine. Sembra quasi che togliendo di fatto la possibilità di indagare su tutta una serie di reati tipo corruzione, concussione o reati contro la pubblica amministrazione i reati spariscano, ma non è così, semplicemente come per molti altri reati diventerà difficilissimo poterli perseguire, e di certo una legge di questo tipo non è di sostegno ad una giustizia efficiente che possa finalmente applicare la “tolleranza zero” (su tutti i reati) che tanti cittadini si aspettano da questo governo.
Di nuovo una risposta “ideologica” ad un problema vero e sentito, addirittura cinque anni di carcere, così come per il reato di clandestinità anche sulle intercettazioni il governo pare non avere il senso della misura e della realtà, il necessario pragmatismo nel mettere in pratica soluzioni funzionali e lungimiranti per garantire cittadino ed esigenze di pubblica sicurezza.
10 commenti
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lunedì, giugno 9, 2008 a 10:30 am
giovyskin
Anche questi magistrati che si oppongono a tutto hanno rotto però.
lunedì, giugno 9, 2008 a 10:48 am
mauchi
Praticamente si potranno fare le intercettazioni telefoniche solo a chi usa i ‘pizzini’.
lunedì, giugno 9, 2008 a 11:02 am
Chris
Sono garantista. In questo caso però sono d’accordo con te. Mi pare che questa ipotesi di legge sulle intercettazioni vada riveduta. Speriamo che, sia per il reato di immigrazione e sia per la faccenda in oggetto al tuo post, il governo possa rivedere le sue posizioni.
L’importante, come in tutte cose, è la misura ed il buon senso. Così come i magistrati ed i giornalisti non devono abusare di questo mezzo, la stessa cosa dovrebbe fare il governo, evitando provvedimenti iniqui.
lunedì, giugno 9, 2008 a 12:05 PM
aXx
@giovy, mai pensato che i magistrati siano dei santi o che non debbano migliorare ma non è un buon motivo per introdurre limitazioni alle indagini o reati inutili.
@chris, quoto, in alcuni provvedimenti pare proprio mancare il buon senso.
lunedì, giugno 9, 2008 a 12:20 PM
ilpensatore
io mi chiedo: ma prima come facevano le indagini?
e poi: vorrà pur dire qualcosa se nel 60% dei casi in cui sono state portate a sostegno dell’accusa le intercettazioni poi è tutto sfumato o in assoluzioni o in archiviazioni?!
lunedì, giugno 9, 2008 a 1:00 PM
aXx
Non so come indagassero prima ma certo non possiamo privarci di importanti progressi tecnologici per via di qualche abuso.
Tra vietarle per tutta una serie di reati e autorizzarle sempre ci sarà pure una via di mezzo che tuteli la privacy dei cittadini senza diminuire le possibilità di indagine della magistratura.
Giulia Bongiorno che trovo sempre molto pratica nel proporre soluzioni ai problemi che affliggono la magistratura ad esempio vede nelle autorizzazioni da parte del gip senza avere elementi sufficienti dal pm il vero problema delle intercettazioni, quindi propone ad esempio un organo collegiale per le autorizzazioni. E’ già un metodo diverso di aggredire il problema.
lunedì, giugno 9, 2008 a 6:29 PM
angelmclove
Penso che dietro lo spot di rendere tutti i piu’ liberi e per giustificazioni anche di tipo economico, ci sia il principale obiettivo di tenere alla larga da inpicci e polemiche gli stessi esponenti politici, mettendo gli stessi al riparo da qualsiasi speculazione politica.
A parte il fatto che noi semplici cittadini, non sapremo mai di essere o meno “spiati”.
martedì, giugno 10, 2008 a 7:52 am
Tetsuò
Leggetevi il commento su corriere.it, molte cose che dicono sulle intercettazioni (troppo care, troppe persone,troppe archiviazioni) vengono smontate.
Qui si gioca alla disinformazione, si fà credere alla gente che le intercettazioni costano un terzo dei soldi della giustizia, cosa falsa!
Idem per le persone intercettate, che sono molte meno di quello che dice Alfano (OT: sembra uno dei simpson), visto che si intercettano le utenze e non le persone… considerate che moggi aveva 45 utenze…ed i criminali ne hanno sempre più di una (logicamente).
Inoltre senza le intercettazioni non si fermavano i dottori di milano che aprivano la gente solo per farsi rimborsare dallo stato.
Mi sta bene porre dei limti alla stampa, ma non alle intercettazioni!
La stampa può pubblicare solo le intercettazioni “pubbliche”, che PM e Difesa ritengono utili per l’indagine e quindi depositano come “prova”, se pubblicano le famose “indiscrezioni” o cose non attinenti al procedimento (come fece IL GIORNALE di Berlusconi, su Fassino-D’Alema e Consorte ad esempio) allora gli dai una bella mazzata cosi gli passa la voglia di rifarlo!
martedì, giugno 10, 2008 a 3:51 PM
Pius
Non riesco a capire perchè dovremmo sentirci più sollevati dopo aver letto Bonini su la Repubblica. Resta il fatto che abbiamo il record di intercettazioni anche rispetto a paesi come l’America, che dunque, sembra di capire, secondo Repubblica è un paese che ha meno problemi di criminalità come il nostro (Repubblica sul punto dovrà poi decidersi: la criminalità in Italia è un problema serio o un escamotage politico della destra?), e che giudicare dal numero di intercettati, siamo il paese più denso di criminali rispetto all’Europa e all’America (rispetto agli USA addirittura dieci volte di più)
A voi non suona strano?
Ma ammettiamo che la situazione da noi richieda queste misure che per il loro numero risultano abnormi in tutti gli altri paesi cosìdetti civili.
Bonini dice che noi siamo garantisti più degli altri, ma a leggere l’articolo non si capisce bene in quale punto. Certamente non rispetto alla Gran Bretagna, dove oltre ad essere autorizzate dal Ministro dell’interno (in realta da una commisione dipendente dal ministero; da noi è Maroni che dovrebbe autorizzarle, per fare un paragone piccolo piccolo) queste intercettazioni non possono essere usate come prove. Mi sembra un punto importante. A voi no? Ma se poi andiamo agli altri paesi citati, non vediamo descritte da Bonino delle differenze: in spagna sarebbe incostituzionale la legge che le regola. Dove, Mah. Bonino non lo dice. In germania le regole sono “rigidamente” tipicizzate. Non sembra una descrizione che lasci intravedere una lassità maggiore di quella italiana. La Francia sembra essere come noi, a prima vista, solo che il loro numero è assai inferiore. Forse per avere un idea un po’ più realistica della situazione degli altri paesi, invece di leggere Bonino e sentirsi tranquilli, bisognerebbe leggersi il “famoso” lavoro comparativo del 2006 della commissione parlamentare citato dal nostro bravo, si fa per dire, giornalista. Il quale avrebbe almeno potuto darvi dei riferimenti per andarlo a cercare questo famoso lavoro. Poco male, c’è sempre qualcuno che anche se una cosa l’ha scritta Repubblica, va a controllare lo stesso, così per informazione personale ed evitare di farsi prendere per il culo. Il lavoro si intitola “disciplina delle intercettazioni” n. 2 settembre 2006 e lo trovate qui:http://banchedati.camera.it/dossier/GetHtml.asp?Item=4&parole=si&Legislatura=15&Cont=0&url=http://documenti.camera.it/leg15/dossier/testi/MLC002.htm (il link probabilmente dovete ricomporlo). Chi avrà voglia se lo leggerà e capirà, spero, da solo. Ma certamente noterà che a fini probatori solo in spagna (ed in Italia), queste sono concesse. Negli altri paesi, come in GB, esse sono solo d’ausilio per le indagini, senza contare le altre differenze, che a me operatore del diritto, appaiono rilevanti (tempi, procedure e tipi di reato) e che fanno apparire la Spagna e sopratutto l’Italia come le meno garantiste.
Dunque che conclusioni trarre dall’articolo di Bonini? A me, dopo aver studiato il caso, sembra che oltre ad essere lui a non raccontare esattamente le cose come stanno, Bonini abbia voluto un po’ minimizzare la situazione delle intercettazioni in Italia, che invece è e rimane grave.
martedì, giugno 10, 2008 a 5:15 PM
aXx
Tutto vero Pius, la situazione è grave e la quasi totalità della colpa è da addossare a magistrati spregiudicati che alla fine hanno trasformato questo importante mezzo di indagine nell’unico mezzo di indagine, addirittura un mezzo per poter aprire eventuali indagini nel caso avessero trovato indizi, le trascrizioni finite sui giornali nemmeno pertinenti all’indagine hanno fatto il resto. Quello che scrivevo nel post era appunto che il problema esiste ma la soluzione individuata sembra una ripicca, un dispettino, non dimentichiamoci che viviamo nel paese delle truffe, da noi il garantismo si è trasformato in indulto perenne per tantissime tipologie di reati, inaccettbile. Credo che senza star li a fare ridicole liste di reati che si possono o non si possono intercettare il Governo debba semplicemente concentrarsi sul come rendere difficile per un pm ottenere la possibilità di intercettare, magari solo nel caso di gravi indizi e solo quando si rendono necessarie, fare in modo che vengano eliminate immediatamente tutte le tracce che niente hanno a che fare con l’indagine e magari riuscire a punire chi procura e chi diffonde le trascrizioni prima che diventino pubbliche. I problemi li conosciamo tutti, dovremmo cominciare a pretendere risposte serie e non dei “non si torna indietro”.